DISINFEZIONE
Per disinfezione si intende la pratica, applicata in campo medico-clinico e igienico-ambientale, che mira alla distruzione di microrganismi patogeni, eliminati dai malati e dai portatori sani e presenti nei materiali inanimati (i cosiddetti veicoli: acqua, aria, alimenti, oggetti d’uso, ecc.).
Lo scopo della disinfezione è quello di impedire che i microrganismi persistano e si diffondano nell’ambiente raggiungendo individui sani recettivi.
In particolare, i microrganismi che la disinfezione si propone di combattere sono i batteri.
I BATTERI
I batteri sono organismi microscopici unicellulari, che non si vedono a occhio nudo e che sono presenti in una vasta gamma di habitat. Infatti possono essere trovati in praticamente ogni ambiente sulla Terra, inclusi suolo, acqua, aria e all’interno di organismi viventi.
Molti batteri sono benefici per gli esseri umani e l’ambiente, alcuni batteri però sono patogeni e possono causare malattie negli organismi ospiti.
Ecco perché sono necessarie le attività di disinfezione.

Tipologie di batteri
Un primo modo di classificare i batteri è quello relativo alla loro forma. In base ad essa i batteri si distinguono in:
- Bacilli: a bastoncino; si dividono in Clostridia (anaerobi) e Bacilli (anaerobi e/o aerobi).
- Cocchi: a sfera; se si dispongono a coppia si chiamano diplococchi, a catena si chiamano streptococchi, a grappolo si chiamano stafilococchi, a forma di cubo si chiamano sarcine.
- Vibrioni: a virgola.
- Spirilli: a spirale.
- Spirochete: con più curve.
Un’altra importante suddivisione è quella che li raggruppa secondo l’optimum di temperatura alla quale possono crescere. Per questa suddivisione si hanno tre sottoclassi:
- Batteri criofili o psicrofili
- Batteri mesofili
- Batteri termofili
Un’ultima classificazione è basata sulla loro relazione rispetto a un organismo. Questa li identifica come:
- Batteri commensali (simbionti): batteri che sono normalmente presenti sulla superficie di un determinato tessuto, senza causare malattia e/o possono svolgere funzioni che possono essere utili all’organo stesso;
- Batteri patogeni: batteri la cui presenza indica patologia e infezione:
- Patogeni facoltativi: che non sempre causano malattia, e comunque dipende dall’individuo e dalla loro concentrazione;
- Patogeni obbligati: che causano in modo indipendente un processo morboso.

Come si identificano i batteri
Per procedere all’identificazione di un batterio si usano le seguenti metodologie:
riconoscimento a microscopio ottico o elettronico, colorazione di Gram, analisi della morfologia della colonia, mobilità, capacità di produrre spore, acido-resistenza e esigenza di condizioni aerobiche o anaerobiche per la crescita.
La colorazione di Gram è una delle metodologie più utilizzate e si basa sulla distinzione delle caratteristiche della parete batterica: una struttura con più peptoglicani si colora e di conseguenza si dice che il batterio è Gram-positivo; una minor presenza di peptoglicani contraddistingue i batteri Gram-negativi.
Altre metodologie di identificazione sono prove di natura biochimica, quali:
la valutazione della capacità del microrganismo di metabolizzare particolari terreni (con conseguente generazione di acidi e/o gas), la capacità di produrre particolari enzimi (ad esempio catalasi e fosfatasi), oppure di ridurre od ossidare determinati componenti.
I batteri si possono trovare, sotto forma di spore, in forma di vita latente molto resistente a condizioni estreme. I batteri sporigeni sono specie che, trovandosi in scarsità di nutrimento o in un habitat a loro ostile, producono delle spore, ossia delle cellule resistenti agli agenti esterni. I batteri sporigeni sono il più delle volte dei bacilli Gram-positivi e clostridi.
Alcuni esempi di batteri e delle malattie dei sintomi che possono causare
Nome | Forma | Disposizione | Esempio – Sintomi | |
Bacilli | Bastoncino | Singolo | Bacilli | Escherichia coli – Dissenteria |
Coppia | Diplobacilli | Moraxella catarrhalis – Ascessi polmonari legati alla polmonite | ||
Catena | Streptobacilli | Streptobacillus moniliformis – Febbre da morso di ratto | ||
Coccobacilli | Ovoidale | Chlamidia trachomatis – Tracoma, congiuntivite | ||
Cocchi | Rotondeggianti | Singolo | Cocchi | Melissococcus plutonius – Peste europea delle api |
Coppia | Diplococchi | Neisseria meningitidis – Meningite meningococcica | ||
A quattro | Tetradi | Peptostreptococcus anaerobius – Piaghe da decupito | ||
A cubo | Sarcine | Sarcinae ventriculi – Stomatiti | ||
Catena | Streptococchi | Streptococcus pyogenes – Febbre reumatica | ||
Grappolo | Stafilococchi | Staphylococcus aureus – Gastroenteriti | ||
Spirilli | Sinuoso | Leptospira interrogans – Leptospira | ||
Vibrioni | Virgola | Vibrio colera – Colera | ||
Spirochete | Ad elica | Borrelia burgdorferi – Malattia di Lime |
INTERVENTI DI DISINFEZIONE: TIPOLOGIE E MODALITÀ DI TRATTAMENTO
Spesso, in particolare per alcuni luoghi, sono le normative a stabilire quando sono specificamente necessari interventi di disinfezione, con quali tempistiche e con quali modalità.
La disinfezione non va confusa con l’igienizzazione che, per semplificare, potremmo definire come una pulizia approfondita che non si occupa di debellare gli agenti potenzialmente patogeni.
Diversa ancora la sanificazione che, oltre alla rimozione di virus e batteri, è volta a rendere sano un ambiente nel suo complesso, ad esempio intervenendo su aspetti come la ventilazione.

Tipologie di disinfezione
La disinfezione si distingue in continua, occasionale e periodica e terminale, in base ai suoi scopi e ai motivi per cui è necessaria.
- Disinfezione continua
Si tratta del trattamento che si attua sistematicamente al letto del malato nei confronti di secreti ed escreti (urine, feci, espettorato), e di effetti d’uso (stoviglie, biancheria, ecc.), attraverso i quali viene eliminato l’agente patogeno che sostiene la malattia in atto. - Disinfezione occasionale e periodica
Questa attività si pratica nei locali adibiti ad uso pubblico (ospedali, scuole, alberghi, cinema, ecc.) e sui mezzi di trasporto (vagoni ferroviari, aeroplani, navi, ecc.) sia periodicamente, sia in concomitanza di particolari eventi (per esempio dopo un caso di malattia contagiosa, come ad esempio la tubercolosi polmonare). - Disinfezione terminale
Questa disinfezione si esegue nei locali in cui hanno soggiornato individui affetti da patologie sostenute da microrganismi resistenti (malattie esotiche, tubercolosi, difterite, scarlattina, ecc.) ed è particolarmente raccomandata in sale operatorie dopo interventi chirurgici e in ambienti ospedalieri sanatoriali.
Modalità di disinfezione
La disinfezione può essere effettuata attraverso mezzi naturali e artificiali.
Disinfezione con mezzi naturali
Al di fuori dell’organismo che li ospita, cioè nel mondo esterno, i microrganismi patogeni si trovano esposti necessariamente all’azione dannosa di diversi fattori fisici, chimici e biologici.
Questi fattori esterni sono comunemente considerati agenti naturali di distruzione e il cui intervento consiste nell’impedire attivamente la propagazione indiretta di alcune malattie infettive, quali sifilide, meningite, rosolia, morbillo ecc., che sono sostenute da patogeni labili e sensibili all’azione del mondo esterno.
I principali tra questi fattori sono la luce solare, la temperatura e la diluizione.
La luce solare, di cui sono noti gli effetti benefici per il corpo umano (basti pensare alla sua importanza per combattere il rachitismo nei bambini) presenta, inoltre, un notevole potere battericida che si esplica mediante l’essiccamento, ossia la perdita di acqua dal protoplasma dei batteri con conseguente azione nociva sulla loro vitalità.
I germi patogeni presentano poi una temperatura ottimale di sviluppo che spesso coincide con quella dell’organismo ospite (37 °C circa): variazioni brusche di temperatura hanno un’influenza sfavorevole sulla loro vitalità e ne impediscono la moltiplicazione.
La diluizione è un fenomeno naturale di notevole interesse, capace di attenuare sensibilmente il pericolo di dispersione dei patogeni nell’ambiente esterno. Ad essa è correlato il concetto di “dose minima infettante per il corpo”: quanto maggiore è la diluizione che i microrganismi subiscono nell’aria, nell’acqua, ecc., tanto più difficilmente essi colpiranno l’organismo in numero sufficiente per determinare l’insorgenza della malattia.

Disinfezione con mezzi artificiali
La disinfezione artificiale può essere effettuata con mezzi meccanici, chimici e fisici.
Un tradizionale metodo meccanico è la filtrazione di liquidi che, passando attraverso candele di porcellana porosa o di cellulosa, vengono separati dai microrganismi presenti. Fra le varie applicazioni, si possono citare la filtrazione di soluzioni iniettabili di antibiotici, la filtrazione casalinga dell’acqua, la filtrazione dell’aria mediante filtri di stoffa, carta, lana di vetro, ecc.
I disinfettanti chimici sono sostanze che, se utilizzate allo stato gassoso o in soluzione, hanno la capacità di arrestare la crescita batterica (effetto reversibile) o di inattivare del tutto i microrganismi (effetto irreversibile). L’efficacia dipende da vari parametri quali la concentrazione, il tempo di esposizione, la temperatura ambiente, il pH, la presenza di sostanze capaci di inibire il disinfettante o di proteggere i microrganismi sono riportati i principali disinfettanti chimici, i loro requisiti e le caratteristiche di quelli maggiormente utilizzati). C’è da rilevare, a tale proposito, che nella lotta contro le malattie infettive i disinfettanti chimici costituiscono uno strumento molto efficace.
La disinfezione con mezzi fisici viene attuata mediante il calore, sotto varie forme (incenerimento, aria calda, acqua in ebollizione, vapore saturo fluente e sotto pressione), e con diversi tipi di radiazioni (raggi ultravioletti, infrarossi, gamma; vedi sterilizzazione).
Disinfettanti professionali

FUMISPORE OPP
Composizione: Ortofenilfenolo 20%
Utilizzo: da 25 a 2500 m3 a seconda della confezione
Efficacia: Muffe, lieviti e batteri
Usi principali: superfici, pareti e nell’aria in locali di preparazione stoccaggio di alimenti di origine animale e vegetale.

ULTRAD HA
Composizione: Acido idrossiacetico 4%
Utilizzo: da 15 a 2000 m3 a seconda della confezione
Efficacia: Muffe, lieviti e batteri
Usi principali: superfici, pareti e nell’aria in locali di preparazione stoccaggio di alimenti di origine animale e vegetale. Al termine del trattamento non è necessario eseguire il risciacquo delle superfici.

GERMO INODORE
Composizione: Benzalconio cloruro 10% + ortofenilfenolo 1% + alchilisochinolina bgromuro 0,1%
Formulazione: Liquido concentrato
Utilizzo: 0,5-1%
Parassiti: Batteri gram positivi e gram negativi, funghi, virus
Usi principali: Impedisce la fermentazione di celle frigorifere, magazzini e impianti di industrie alimentari, macelli avicoli, mattatoi caseifici, ecc..